Quale distribuzione Linux sceglieresti?…

…e perché proprio Debian?

Voglio chiarire subito che non mi hanno pagato per promuovere questa distribuzione Linux.

È che ognuno deve promuovere ciò che crede sia più giusto.

Non sto a ricordare che cos’è il software libero (opensource) e tutti i benefici che questo può portare. Certo, usare un sistema operativo nuovo, e completamente libero porta a dover affrontare anche alcuni cambiamenti ed abitudini a cui prima non eravamo abituati:

  • Non si possono più utilizzare i vecchi programmi che si era soliti usare (vedi il pacchetto Office di Microsoft per esempio, o la suite di Adobe per la grafica).
  • La grafica di interfaccia è completamente diversa e può portare a momenti di incertezza.
  • Emerge la consapevolezza di dover andare a fondo per capire il Sistema Operativo, e quindi la consapevolezza di diventare “smanettoni” (anche se non è proprio cosi, lo sto facendo usare a mia madre che ha 71 anni…)

Ma d’altro canto porta anche innumerevoli benefici:

  • Installato in vecchi computer essendo più “leggero” come sistema operativo, li fa rinascere. Inoltre c’è la possibilità di scegliere anche l’ambiente grafico preferito adottando quello a noi più consono.
  • Imparando ad usare lo strumento CLI (Command Line Interface, o interfaccia a riga di comando) diventiamo come dei samurai con la katana, la produttività ne beneficia notevolmente, si è più precisi e dinamici. Attenzione che però bisogna sapere dove mettere le mani (da grandi poteri derivano grandi responsabilità).
  • Consente l’avvio del sistema anche da una semplice chiavetta USB, ciò permette di poter portare con noi sempre il nostro computer in una mano e/o di fare delle correzioni o ripristini a computer impallati.
  • C’è una sentita community (anche Italiana) in grado di rispondere ad ogni nostra domanda, e ci sono tante guide e articoli su internet che è quasi impossibile non trovare una soluzione.

Tornando a noi, il perché supporto Debian, è più un motivo sentimentale.

Chi mi conosce sa che mi sono sempre schierato dalla parte dei più deboli. In questo caso non potevo fare diversamente. Avrei potuto tranquillamente passare dalla parte del male e installare Ubuntu (scherzo!!) che è una distribuzione derivata da Debian, dove è un sistema ben impacchettato e sicuramente c’è un comunità più numerosa con tutto i benefici che ne conseguono. Avrei potuto anche installare Arch Linux, ma ho ancora una vita sociale, benché minimale.

Sostanzialmente avrei potuto scegliere una qualsiasi distribuzione GNU-Linux, solo nel sito di Linux vengono proposte ben 25 distribuzioni, e ce ne saranno minimo altre 100 nel web.

Il motivo principale, viene spiegato bene in una mail di Fabrizio Polacco (Debian developer) che ho trovato sul sito pluto.it (dove anche qui militava):

Date: Thu, 20 Nov 1997 00:57:48 +0200
From: Fabrizio Polacco 
To: pluto-ildp@pluto.linux.it
Subject: Distribuzioni: punti di vista.

Questa è sempre la solita menata della distribuzione ``migliore''.

L'anno scorso ho fatto un confronto tra le tre distribuzioni e RedHat
mi è sembrata la migliore. Oggi penso che la migliore sia la Caldera,
o forse la Suse... non so.

Il punto è: la ``migliore'' da quale punto di vista?
Da quello del newbie che sa solo come gettarsi dalla ``window'' o da
quello del sistemista che deve far girare tutti i suoi demoncini o da
quello dello sviluppatore che vuole partecipare allo sviluppo di
Linux?

Personalmente l'ultimo è il paraocchi che mi sono scelto.
E mi son detto:
Quale ditribuzione mi fa partecipare allo sviluppo?

L'intenzione era di scegliere tra quelle più aperte ai contributi, ma
con questo paraocchi, il panorama era incredibilmente ristretto: si
vedeva solo Debian.

Tutt'ora si vede solo debian.

Nessuna, dico nessuna delle altre distribuzioni ti permette di metter
mano alla sua gestione.
In tutte le distribuzioni ci sono una o poche persone, stipendiate da
una ditta, che prendono _tutte_ le decisioni.
FreeBSD e Hurd sono diverse. A certe condizioni puoi essere ammesso
nel ristretto gruppo di adepti.

In debian no. mandi una mail e dopo un po' (magari un bel po', visto
i casini del responsabile) ti danno un account e ti metti a lavorare
a ``quello che vuoi tu'' (basta che non pesti i piedi agli altri).
Addirittura ultimamente è nata una piccola polemica perché si è
scoperto che c'erano degli sviluppatori che non avevano nemmeno letto
il contratto sociale e non sapevano cos'era il software free. Ora è
stata creata una mailing list apposta per dare supporto ai nuovi
sviluppatori che avessero problemi.

Avanti, ditemi quale altra distribuzione (e non limitatevi a Linux!)
vi consente questo livello di partecipazione senza dover prima
mostrare diploma di laurea e pubblicazioni.


Visto che noi su Linux ci vogliamo lavorare (e non solo usarlo),
allora come fare?


fab
-- 
| fpolacco@icenet.fi    fpolacco@debian.org    fpolacco@pluto.linux.it
| Pluto Leader - Debian Developer & Happy Debian 1.3.1 User - vi-holic
| 6F7267F5 fingerprint 57 16 C4 ED C9 86 40 7B 1A 69 A1 66 EC FB D2 5E
> Just because Red Hat do it doesn't mean it's a good idea. [Ian J.]

Sono rimasto colpito da queste poche righe, dove traspare la vera essenza del “sofware libero” e dove si può sentire quel senso di appartenenza che tutti cerchiamo.

4 anni dopo Fabrizio dopo una lunga malattia se n’è andato, è rimasto comunque nella memoria e se ne può trovare segno in questo articolo dove viene raccontata la storia di questo sistema operativo dalla nascita a oggi.

Un motivo in più (anche se con meno valenza morale rispetto al precedente, ma sicuramente più simpatico), è che tutte le versioni (dette anche release) portano i nomi di uno dei miei film d’animazione preferiti: Toy Story.

Le versioni sono queste (i nomi vengono “linkati” ai rispettivi personaggi della Pixar):

E se questo non vi basta a farvi cambiare idea, significa che avete un cuore di pietra!! 😉

P.S.: Se volete saperne di più su questo mondo, andate a guardarvi siti tipo https://opensource.org/, https://www.fsf.org/it, https://www.gnu.org/home.it.html.

LONG LIVE AND PROSPERITY

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