Dal Paradiso all’Inferno, da Villa Revoltella al Quadrilatero di Melara.

Lo so, tendo ad essere sempre troppo esageratamente melodrammatico. ma secondo me è una similitudine molto azzeccata.

Parco Revoltella

Al Parco di Villa Revoltella, voluto dall’omonimo Barone Pasquale Revoltella che decise di lasciarlo al Comune di Trieste, gli ERA stato assegnato il premio come Parco più bello d’Italia dal Concorso Nazionale di Parchi e Giardini patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal FAI – Fondo Ambiente Italiano , e dall’Associazione Italiana Architettura del Paesaggio. Ho voluto scrivere volutamente ERA in maiuscolo, per sottolineare che ha perso molta della sua bellezza ultimamente, pur conservando comunque una bellezza caratteristica.

Come al solito non mi soffermerò sulla descrizione puntuale del luogo, primo perché non sono ne adatto ne in grado di descrivere con termini adeguati a livello architettonico e paesaggistico il Parco, e secondo perché mi piacerebbe che siano le fotografie che faccio a descrivere. A dire il vero mi piacerebbe che le foto riescano a catturare e a descrivere le emozioni che provo visitando ogni luogo.

Il Parco della Villa Revoltella

Vi basti sapere però che l’area del parco si estende per circa 50.000 mq, ed è quasi completamente in pendenza…

… originariamente fu creato un sistema di irrigazione grazie alla scoperta di una sorgente che permise anche di rifornire vasche con pesci rossi e tartarughe.

L’interno della villa e anche alcune aree non sono riuscito a vederle, in quanto sono oggetto di lavori di ristrutturazione, sperando che questi lavori riportino la bellezza del luogo ai fasti di un tempo.

Nel 1860 furono costruiti all’interno della proprietà del barone Revoltella anche una chiesa in pietra del Carso, una serra in vetro e ghisa che si affaccia su di un giardino all’italiana…

La serra
Dettaglio in ghisa della serra

… e un chalet dal quale si può ammirare un panorama meraviglioso su Trieste…


Quadrilatero di Melara

Assieme all’ospedale di Cattinara, sovrasta sulla vista di Trieste quasi come l’occhio di Sauron.

Un immenso agglomerato di cemento, che devo essere sincero, mi ha profondamente scosso entrando tra le sue mura.

Questa struttura ha una storia particolarmente interessante a livello architettonico e sociale, senza dilungarmi tanto:

  • Costruito tra il 1969 e il 1982 una costruzione fabbricata a doppia L contrapposta;
  • Campione di cementificazione con i suoi 267000 metri cubi;
  • Occupa una superficie di 89000 metri quadrati e ospita circa 2500 persone su 468 appartamenti.
  • È stato progettato da un nutrito gruppo di professionisti triestini selezionato dall’Ordine degli Architetti e degli Ingegneri, coordinati da Carlo Celli dello studio Celli di Trieste e costruito tra il 1969 e il 1982 sotto le teorie socio-architettoniche di Le Corbusier ;
  • Nell’intento progettuale l’idea era quella di creare una sorta di “villaggio indipendente” fornito di tutti i bisogni primari (negozi, scuole, ecc.).(da Wikipedia)

Può sembrare assurdo, ma appena ho varcato l’interno di questo “castello di cemento” e iniziato a fare delle foto, ho percepito la “precarietà dell’essere umano”, la continua ricerca di qualcosa di impalpabile che viene sostituito con un surrogato materiale, fallendo miseramente.

Queste le foto:

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