From Bath to Glastobury
Tutto inizia sempre per caso. Cosi anche questo viaggio nacque per casualità.
Stavo organizzando le ferie di Agosto in Irlanda con un amico che poi all’ultimo diede buca, e mi ritrovai preso dallo sconforto. Più che altro perché andare in Irlanda per visitarla bene, dai nostri calcoli servivano “almeno” 2 settimane intere di itinerari programmati. Cosi all’ultimo, su suggerimento di un amica esperta del Paese d’Oltremanica decisi di optare per questa soluzione.
Avendo pochi giorni a disposizione comunque il tempo non sarebbe stato dalla mia, ma sicuramente, almeno a livello logistico è sicuramente più servita l’Inghilterra che non l’Irlanda.
L’itinerario da me previsto era questo: arrivo a Londra, pernottamento al primo Airbnb disponibile a prezzo ragionevole (consiglio spassionato dato dall’esperienza: non lesinate sul prezzo dell’alloggio se andate a Londra ma anche in Inghilterra tutta. Spendete pure di più ma prendete l’alloggio più vicino alla vostra meta, perché spostarsi coi mezzi costa veramente molto), il giorno successivo fermarsi a Londra (vale sempre la pena fermarsi), giretto in centro e visita al Camden Town Market (come la canzone di Daniele Silvestri: “[…]
La mia casa è a Camden Town
Nella Londra dei canali
Dei mercati sempre pieni
Degli inglesi sempre strani
Dei vinili che nascondono tesori mai sentiti” ).
Il giorno successivo partenza per Bristol dove mi aspettava una macchina a noleggio ( la prima volta che guidai a sinistra… ho ancora il trauma per certi spaventi ) da li direzione verso la cittadina di Bath.
Bath è famosa per essere un centro termale (infatti il nome prende origine dai “bagni romani”) ricostruito nel XVIII secolo in stile Georgiano “fagocitando” le vecchie terme romane dove i resti al suo interno vengono conservati nel migliore dei modi.
Attraversato dal fiume Avon, il centro storico di Bath è anch’esso in stile Georgiano. Trovano spazio nel centro storico oltre le terme, il Guidhall (oggi il Municipio) e l’Abbazia. L’Abbazia era in principio una cattedrale Normanna, ricostruita poi in stile gotico come oggi la conosciamo.
Nonostante sia una meta turistica (soprattutto per gli abitanti del Regno Unito che approfittando del week end, si concedo momenti di relax alle terme), il centro storico non è molto caotico, sembra quasi una città di provincia.
La tappa successiva, e per me più attesa, è stata Glastonbury. Come posso spiegare Glastonbury a chi non c’è mai stato?? Difficilissimo.
Glastonbury è famoso per molteplici motivi:
Famoso il suo festival, definito da molto come il Woodstock Europeo. Famose le rovine della sua Abbazia (Glastonbury Abbey) dove sono sepolti molti re sassoni e i resti del presunto Re Artù e sua moglie Ginevra.
È legata inoltre al famoso biancospino (Holy Thorn) che è l’unico a fiorire sia a maggio che ha Natale. Ho fotografato il Holy Thorn, ma non pubblicherò la foto in quanto è stato devastato da vandali, e non ce la faccio a rivedere un simile scempio.
Se si parla di Glastonbury non si può non menzionare la Glastonbury Tor (Torre di San Michele). Posta su una collina nei pressi di Glastonbury, è un edificio privo di tetto. È un posto ricco di mitologia e spiritualità, considerando essere ritenuta la culla della cristianità in Inghilterra, dove si pensa che approdo Giuseppe d’Aritema, inoltre la collina viene chiamata anche Ynys yr Afalon “Isola di Avalon”, collegandola al circolo letterale arturiano. Viene associata a molti altre mitologie, essendo anche il centro di allineamenti di monumenti e megaliti vari…
Ho avuto la fortuna di salire in cima alla collina la mattina presto, senza nessuno nei paraggi. Il paesaggio che mi si è rivelato intorno è stato qualcosa di spettacolare, tanto da rimanere a bocca aperta. Un vento forte che sembrava chiamarmi, soffiava forte tanto da spostarmi, e io, ai piedi della torre, osservavo il panorama che all’inizio era coperta da una coltre di nebbia tanto fitta da sembrare un isola in mezzo al mare. L’unica parola che riesco a dire quando ripenso a questo posto è: “commovente”.
L’ultima tappa è ai piedi della collina, il cosidetto Chalice Well (tradotto in I Giardini del calice del Santo Graal) è un prodigioso luogo dove in realtà è una sorgente che sgorga in quel territorio. C’è appunto un pozzo di pietra funzionante da più di 800 anni. Immerso in un giardino fitto contornato da vari lastricati di ciottoli, si pensa che all’interno del pozzo si celi il Graal. C’è chi afferma poi che sia stato costruito dai Druidi per compiere guarigioni assieme a Sacerdotesse celtiche. Non mi voglio soffermare troppo, ma vale la pena saperne di più (leggete questo articolo che secondo me merita).
Non sono una persona credente, ma vi assicuro che dentro questo giardino si percepisce veramente qualcosa di mistico. Qualche cosa c’è, esiste.